Però mi è spiaciuto, nel suo intervento a “Vieni via con me” sotto molti aspetti apprezzabile, non sentire mai l’aggettivo “democratico”. Bersani ha detto “sinistra”, “progressisti”; mai “democratici”. Per me non è un aggettivo che si usa per privazione degli altri; democratico è il pensiero politico più forte che la storia del ‘900 ci abbia consegnato, ancora valido per essere usato nel tempo successivo: l’unico pensiero politico che abbia radici di cui dobbiamo essere orgogliosi.
Walter Veltroni, in questa intervista qua.
Oggi non ce l’ho fatta ad arrivare in fondo alla solita lenzuolata di robe che pensa Veltroni, riportata dal Corriere della Sera.
Il tasto “Page down” oggi è il mio migliore amico.
Mi sono fermato molto presto, e precisamente dopo le righe riportate sopra.
Il Veltroni si dispiace che il Bersani nel suo intervento ingessato a “Vieni via con me” non abbia mai pronunciato l’aggettivo “democratico”.
Come se “democratico” sia qualcosa (con una sensibilità da XXI secolo) indice di progresso e non il minimo da cui partire, il 6 politico all’interrogazione di storia.
Partito democratico. Beh ci mancherebbe pure che non lo fosse democratico.
[per prevenire obiezioni, stiamo parlando di partiti veri e non di appendici del capo, stile PDL o, in parte, Italia dei Valori]
E’ come se stessimo discutendo dell’estensione del diritto di voto alle donne.
E’ una cosa importante, ma mi pare che si possa andare oltre e darlo ormai per assodato, o no?
Come se ce la cantassimo ancora fra di noi per l’invenzione della ruota.
Ci bulliamo e viviamo di rendita per 7000 anni per questa fantastica invenzione (concepita da altri, peraltro).
Persò forse il presente ed il futuro richiedono qualcosa di più, per caratterizzarci rispetto alla Mesopotamia del 5000 a.C.
E continua l’elogio con foga dell’aggettivo “democratico” (ovvero il 6 politico) come l’unico pensiero politico che abbia radici di cui essere orgogliosi.
Cioé non “il più grande” “il miglior” pensiero politico. L’unico di cui essere orgogliosi.
Cioé, tutto quello che è qualificante per la sinistra o il centro-sinistra no, per dire.
Poi uno si lamenta che non capisce che idee abbia il Partito Democratico.
E poi tutto scompare in un turbinio delle solite cose Veltroniane, oltre ad un Saviano e alleanze larghe al centro o sinistra (No! Prima i contenuti, che è risaputo, fioccano soprattutto nella comunicazione esterna del PD) e governi tecnici sì, se no Berlusconi rivince.
Ecco, adesso sto solo trepidando nell’attesa del commento di Matteo Bordone, per capire se sia sopravvissuto alla lettura o abbia sofferto di un’aneurisma.