Ho già visto questo film

Non capisco cosa ci sia da rallegrarsi di questi annunci.

Sì, me ne vado… ma dopo.

L’ultima volta che si ha dato del tempo a Berlusconi (1 annetto fa gli si diede 1 mese abbondante per “riorganizzarsi”, grazie alla gentile persuasione del Presidente della Repubblica), una vittoria certa in una mozione di sfiducia si è trasformata in un’imbarazzante debacle, vanificando l’ottima intuizione di quelli di FLI.

Ripeto, io ho già visto questo film, e il portafoglio in queste occasioni può sempre essere generoso.

Funghi saprofiti

In questi giorni in qualsiasi sito, rassegna stampa, profilo di FB imperversano frasi di commiato per Steve Jobs.

Ce ne sono varie e molto pittoresche e alcune sono così sentite che parrebbe quasi che una buona milionata di persone conoscesse di persona la buonanima.
Comunque, nella lotta per spararla più in alto possibile, non ho potuto fare a meno di notare questa:

“Steve Jobs da Cupertino è stato il Leonardo da Vinci del nostro tempo”. — Matteo Renzi

Che uno dei possibili futuri leader del centro sinistra, con l’aggravante di essere perfino sindaco di Firenze, non riesca a capire la differenza fra Steve Jobs e Leonardo da Vinci, mi fa pensare che passerò molto tempo a lamentarmi anche nei prossimi 30 anni, visto il tempo medio in cui questi stanno seduti su una poltrona della politica.

Garantismo contestualizzato

Va beh.
Si sa da anni che purtroppo la parola “garantismo” sui giornali filo-berlusconiani (altra cosa sarebbero i giornali orientati a destra. Impariamo la differenza ed il paese migliorerà) nonché negli articoli degli editorialisti del Corriere della Sera, è stata espropriata semanticamente, fino a diventare sinonimo di “impunità a prescindere” quando si tratta di Berlusconi e amici.

Per chiunque altro, che siano altri politici o i famosi cittadini, tutti intercettati dalle Procure (che è davvero il problema più grave di questo paese e di cui si preoccupa tanto il nostro magnanimo Presidente del Consiglio. Perché lui ci tiene, chissà perché), invece si passa direttamente a riportare le accuse delle procure ancor prima della chiusura delle indagini e passare dal giudice.
Articoli che abbondano nell’uso della mazza e della roncola / giusarma.

Io tendo a non leggere il giornale chiamato “Il Giornale”, ma oggi gli si potrebbe dare un’occhiata, come segnalato da Wil, per avere la riprova in prima pagina dei due pesi e due misure utilizzati lì dentro.

Fine post e consueta solidarietà ai garantisti veri.

Porta a Porta sui loro successi

Il Presidente del Consiglio dei Ministri (in questo blog l’uso scorretto dell’appellativo “premier” è severamente punito) invoca un “porta a porta sui nostri successi”.

Personalmente non vedo l’ora di scacciare il povero “Promotore della Libertà” che incauto provasse a citofonarmi.

Avete presente la reazione che potrebbe causarvi un Testimone di Geova che vi citofona alle 8 di Domenica mattina?
Ecco. Quella.

P.S.
Lo so, non capiterà mai.
Ci sarà solo un susseguirsi continuo di “Porta a Porta” sui loro successi.
Cioè ogni puntata su qualunque argomento venga in mente a Vespa.

Ritornano i condoni edilizi

Ecco. Ci risiamo.

Ritornano i condoni edilizi.

Riciclaggio ed evasione fiscale. Niente allarme sociale

Qualcuno può dirlo ai concittadini italiani che questa gente rischia di non fare un giorno di galera se va bene e non avere nemmeno una condanna se va male?
In Italia il codice di procedura penale è strato trasformato per rendere il processo una corsa ad ostacoli, altro che l’accertamento della verità giudiziale.

Ormai garantismo è sinonimo di “ricerca dell’impunità processuale“.
Ricordatevene la prossima volta che qualcuno usa questo termine.

Naturalmente mi scuso con tutti garantisti veri, ormai semanticamente espropriati.

Parole parole parole…

Le pregiudiziali di costituzionalità presentate contro il decreto “salva-liste” non passano a causa del massiccio e *determinante* assenteismo dell’Udc.

Pierferdinando Casini, quello che non scende in piazza perché contrario alla sua cultura, dimostra ancora una volta quanto siano bravi i politici a parlare.
Quando si tratta poi dei fatti, il risultato è questo qui.

Costanzo, Bersani e Scajola a Sanremo

Vista la mancanza di tempo, non sono riuscito a commentare nei giorni scorsi il penoso spettacolo offerto a Sanremo dalla politica e dai manovratori televisivi.

Il piduista Maurizio Costanzo, parlando di Termini Imerese, prepara un bel trappolone e chiama in causa Bersani, presente in sala, in questo modo…

In terza fila, abbassa la testa, ma io l’ho visto, il segretario del Partito Democratico, onorevole Bersani. Buonasera. Se vuole rispondere lo faccia, se no no. E’ una parola sul futuro…

Bersani ha un tono dimesso, arrendevole, si fa trattare come un pezzente da Costanzo. In più viene interrotto dalle grida della claque che si è portato dietro Scajola, che ha il suo feudo elettorale lì vicino, ad Imperia.

Claque che applaudirà Scajola ad ogni singola frase proferita, compreso l’esordio:

Ma noi siamo qui tra l’altro per uno spettacolo che è bellissimo. E lo spettacolo, che è un momento di evasione per tutti i cittadini italiani, oltre che per quelli che sono qua..”

Cioè proprio una roba del genere.
Schifo e raccapriccio.

Potete vedere tutto ciò a partire dal minuto 6 del filmato qui sotto (che peraltro riporta altre pregevoli perle dell’ultima serata)

Finalmente un po’ di storia

Si potrà dire tutto di Annozero, ma è la trasmissione televisiva che ha fatto supplenza per la memoria corta degli Italiani.
Bastava mettere in onda due settimane fa 5 minuti del processo Enimont per ricordare a tutti cos’è stata la corruzione della Prima Repubblica.

La bava di Forlani durante l’interrogatorio per il processo Enimont è lo spaccato di cos’era veramente la politica al termine della Prima Repubblica.
Ci saremmo evitati settimane di balle nobili che si sono sentite in questi giorni su ex-presidenti del Consiglio morti latitanti.

Soldi e carta buttati

Il fatto che i contributi all’editoria vengano erogati in base alle copie tirate e non alle copie vendute genera cataclismi di ogni genere.

Innanzitutto sprechi di carta che gridano vendetta. E giornate totalmente rovinate.

Per dire, oggi esco di casa, e mi trovo in cassetta delle lettere una copia di “Libero”. E’ stato distribuito in tutte le cassette almeno dell’intero isolato. Ma chi lo vuole? Ma chi te lo ha chiesto?

Io sono contrario ai giornali gratuiti, però per lo meno si sostengono con la pubblicità. Io mi devo cuccare “Libero” e per di più pagarlo indirettamente con i contributi dello stato (cioè coi soldi nostri).

Me lo sono portato in ufficio il quotidiano “Libero”, visto che finora non l’avevo mai sfogliato (solo visite al suo sito quando dovevo citare preziosità dei suoi giornalisti). Non riesco a non immaginare la voce di Belpietro mentre leggo velocemente gli articoli.

Si salva: pag.8 “Scrocconi a vita”, sui privilegi degli ex-parlamentari. Belpietro populista quanto Beppe Grillo insomma.

Non si salva: Quasi tutto il resto, con titoli provocazione che generano l’orticaria. Ad esempio “Studenti autolesionisti, in piazza per i baroni”. Sulla sezione della giustizia, scontati travasi di bile. Tra l’altro scopro pure che anche secondo l’Unione delle Camere Penali la vera cura per la giustizia in Italia è la separazione delle carriere dei magistrati. Lasciamo stare.

P.S.

Stavo ragionando su quale sia il contrario di “Libero” più appropriato in questo contesto. Ce ne sono due in realtà:

  1. “Servo”;
  2. “Occupato”, detto come “Occupaaatoooo!”, ovvero quando qualcuno vi molesta tentando di mettervi fretta mentre siete in bagno.

Ai lettori l’ardua sentenza.